Al netto della situazione sempre delicata a Gaza, in chiave futura e di ricostruzione, ecco l’idea di Vittorio Feltri per i palestinesi.
Il piano di Donald Trump per la Striscia di Gaza ha scatenato diverse reazioni. La proposta del tycoon di spostare i palestinesi da Gaza per trasformare la zona in una sorta di paradiso turistico favorendone lo sviluppo economico è stata accolta in modo controverso dai più. A commentare il tutto è stato anche Vittorio Feltri per Il Giornale.
![Vittorio Feltri seduto](https://newsmondo.it/wp-content/uploads/2024/11/GI_Vittorio_Feltri.jpg)
Feltri, il gradimento per Trump
Intervenuto su Il Giornale per rispondere ad un lettore in merito all’idea di Trump di trasformare la Striscia di Gaza in una sorta di paradiso turistico dopo la tregua del conflitto tra Israele e Hamas, Vittorio Feltri ha espresso diversi pareri non troppo convinti sul tema pur riconoscendo di avere del gradimento per il tycoon.
“Mi piace molto il presidente Trump, il quale sta contribuendo in maniera tangibile alla creazione delle condizioni per la pace anche sul fronte ucraino […]”, ha esordito il giornalista. “[…] Tuttavia, nemmeno io condivido la sua idea di spostare i palestinesi da Gaza per avviare la ricostruzione. Innanzitutto, i palestinesi sono appena rientrati nella Striscia e in quello che resta delle loro abitazioni, in gran parte rase al suolo. Non vi restano che macerie, ma essi sono lieti di avervi fatto ritorno […]”.
La posizione sulla Striscia di Gaza e i palestinesi
In questo senso Feltri ha spiegato: “Sfollare migliaia e migliaia di individui per rimuovere le macerie e riedificare un’area mi pare una stronzata. La prospettiva di fondo è errata, ovvero si guarda ai palestinesi come individui che devono consegnare casa perché questa venga ristrutturata per poi eventualmente tornarci a lavori terminati, chiavi in mano”.
Da qui l’idea del giornalista: “[…] Penso semmai che il popolo palestinese debba contribuire con le sue proprie mani alla ricostruzione, deve esserne parte integrante, autore e veicolo. La forza lavoro non deve essere importata, essa è già disponibile sul territorio. E i palestinesi hanno un gran bisogno di lavorare. È tramite il lavoro che si favoriscono sviluppo e crescita economica. Quindi, quale migliore occasione della ricostruzione per produrre occupazione?”.
Il pensiero di Feltri si è poi concluso: “Dunque, che siano i palestinesi a ricostruire la Striscia, a realizzare il progetto di Trump di fare di quel luogo una sorta di paradiso costiero all’avanguardia. Prospero e felice”.